La regione Marche è stata dichiarata la zona con la popolazione più longeva d’Italia. Il segreto? Lo stile di vita sano e una precisa attenzione ai regimi alimentari, ma non solo; al conseguimento di questo traguardo ha contribuito, in modo particolare, l’eccezionale configurazione del territorio. Le Marche (d’obbligo il plurale per la grande diversità di culture, tradizioni, abitudini e dialetti) sono caratterizzate da un susseguirsi di piccole vallate, delimitate dalla catena degli Appennini sul fronte occidentale e dal mare su quello orientale, con eccezionali microclimi che beneficiano degli scambi convettivi mare/montagna.
STORY
“Le Marche”, (come comunemente si indica il territorio della regione Marche) constano di piccole e medie vallate che fiancheggiano i corsi d’acqua nel loro cammino verso il mare.In tutto da 30 a 60 km dall’Appennino verso l’Adriatico che permettono un sistema agricolo intenso e multiforme, annoverando per la maggior parte olivo e vite sulle pendici collinari (vale la pena ricordare che l’olio extravergine d’oliva ed i vini delle Marche sono universalmente considerati di qualità superlativa), poi cereali per i rinnovi, ancora pochi frutteti sulle zone altimetricamente intermedie ed ortaggi nelle pianure.
Pertanto abbiamo molte vallate, molte situazioni pedoclimatiche cui corrispondono molte possibilità coltivative di specie e varietà di ortaggi. Intanto la composizione chimico-fisica dei terreni, anche se spesso dissimile da una valle all’altra e dalla montagna verso il mare, ha una costante rilevabile nel franco di coltivazione per il contenuto di argilla, limo e sabbia in dosi ottimali per il medio impasto con buona capacità di scambio cationico che riduce l’utilizzo di fertilizzanti; pertanto la formazione ed i contenuti in sali minerali, zuccheri e vitamine negli ortaggi ivi coltivati risultano superlativi. Oltre alle vocazionalità diverse dei terreni di vallate diverse c’è l’effetto climatico o meglio dei microclimi delle diverse vallate su specie e varietà diverse, che consentono su tutte le Marche un ventaglio produttivo numeroso e variegato. L’antefatto: fin dall’800, le Marche, già molto titolate per la professionalità dei propri orticoltori per la superiorità qualitativa proveniente dai propri siti produttivi, avevano sviluppato un commercio orticolo verso mercati sempre più lontani, fino alle regioni del Nord Italia; appena dopo la seconda guerra mondiale si allungarono le distanze per le produzioni orticole marchigiane verso la Svizzera, l’Austria, la Germania e la Francia per poi invadere negli anni 60 l’intero continente Europeo. Ma il continente aveva sempre più bisogno di maggiori quantità. Le Marche, sebbene in possesso delle superlative caratteristiche dei propri ortaggi, riuscivano sempre meno ad alimentare i flussi sia in termini di quantità che nei tempi e periodi di fornitura con una stessa specie orticola. Ricordiamo che i consumi correvano verso una crescente standardizzazione ed il requisito di accettabilità dell’ortaggio diventava il sempre uguale a se stesso del prodotto, per giorni, per mesi e magari per l’anno intero. Eravamo all’inizio dell’epoca dei consumi di massa, delle coltivazioni idroponiche, dei grandi sistemi produttivi con ormoni, forzature chimiche, radiazioni con conseguente destagionalizzazione dei consumi con tutto quanto ha comportato e comporterà. Gli operatori agro-industriali marchigiani, con veloce gradualità si orientarono, per forza di cose, a non perdere vocazionalità di territori, professionalità degli addetti e qualità dei propri ortaggi, anzi avviarono decisamente una rimodulazione produttiva, tesa ad irrobustire l’attività di settore, destinando le coltivazioni da consumo fresco alla fascia dell’alta qualità dei consumi (che pure, anche se quantitativamente più limitata, sussiste) ed aumentando le coltivazioni orticole per la surgelazione, ricorrendo a tecnologie d’avanguardia idonee a surgelare nell’unità di tempo grandi quantità di prodotto. Ricordiamo che il primo stabilimento di ortaggi surgelati in Italia è sorto a San Benedetto del Tronto nei primi anni ’60. Comunque non basta l’alta qualità d’origine degli ortaggi se non si dispone dei mezzi tecnici per preservarla adeguatamente e noi nel nostro campo d’attività operiamo in tal senso tutti i giorni. Il nostro apparato tecnologico è stato realizzato e viene aggiornato costantemente con lo scopo di mantenere i requisiti qualitativi del prodotto di pieno campo attraverso la simultaneità di lavorazione entro pochissime ore dalla raccolta. In sintesi oltre ai prodotti agricoli, le maestranze i tecnici ed, i servizi, l’apparato consta di tecnologie come: due linee di lavorazione spinaci/bieta/cicoria per 16.500 kg/ora, selezione, lavaggi, scottatura, porzionamento, surgelazione. Tre linee lavorazione piselli/fagiolini/fave per 17.000 kg/ora – una linea lavorazione pomodorino/pomodoro per 4.000 kg/ora – una linea patate/carote/cipolle per 4.000 kg/ora – una linea polifunzionale sedano/farro/zucchine per 3.500 kg/ora – una linea di grigliatura melanzane/peperoni/zucchine per 1.200 kg/ora – una linea passate/vellutate/sughi per 1.200 kg/ora – una linea infarinatura/castellatura/impanatura/frittura di vegetali, olive, mozzarelline, polenta per 1.000 kg/ora – tre linee di pesatura e confezionamento per 6.000 kg/ora – celle di stoccaggio per bulk ed automatiche per confezionato della capienza di 9.000.000 di kg. – 5 sistemi di cernita – macchine operatrici dalle potenzialità adeguate – impianti elettrici del freddo, trattamento acque, ecc. Insomma la natura nelle Marche in miscela con professionalità e tecnologia ci offre un prodotto superlativo che noi riusciamo soltanto a mettere al sicuro, senza magazzinaggi intermedi del fresco, in pochissimo tempo. Gli altri motivi per nutrirsi degli ortaggi surgelati marchigiani sono ancora: – Lotta integrata contro le cause nemiche delle coltivazioni, cioè somministrazione di principi attivi, con abbattimento dell’80% dei limiti minimi previsti dalla Legge. – Linea del biologico. – Tracciabilità del prodotto contenuto in ogni confezione, partendo dal produttore fino al consumatore dove è possibile apprendere tutti i dati utili alla completa informazione di chiunque sul nostro prodotto. – Attraverso certificatori terzi PROMARCHE garantisce il prodotto ed il processo produttivo con le certificazioni delle aziende agricole fornitrici ai sensi della Norma UNI EN ISO e conformità allo standard DTP 021 per la coltivazione mediante tecniche di lotta integrata, conformità alla norma UNI 22005:08 come sistema di rintracciabilità delle filiere agro-alimentari. Certificazione BRC, IFS, QM qualità dalle Marche, conformità ai requisiti dei Regolamenti CE 834/07 e 889/08 per i prodotti BIO. Le certificazioni e le conformità sono percorsi operativi di tutti i giorni e non già medaglie da bacheca! Una digressione che rende: – La scarsa densità di popolazione nelle Marche, la conformazione e le caratteristiche del territorio, la ventilazione costante, le diete abituali nei consumi alimentari, permettono a questa terra di avere durata di vita umana molto lunga ed in buona salute tanto da farne constatare la più longeva delle popolazioni italiane. E vi sembra poco? Promarche Vi consiglia di limitare il consumo di alimenti nocivi (oli idrogenati, insaporitori, coloranti), non solo ai bambini ed ai vecchi ma a tutti. Per fare meglio, sebbene non tutte le catene sono nostre clienti, cercate sempre sulle confezioni di surgelati la scritta “prodotto da…………………nello stabilimento di San Benedetto del Tronto.
Riassumendo i nostri punti di forza:
– centralità geografica rispetto ai grandi poli di consumo del nord e del sud Italia (meno particolato ed ossido di carbonio);
– Assetto sociale marchigiano semplice, diretto e fruibile sia nelle evoluzioni dei costumi alimentari che nel rapporto fra i sistemi produttivi, le istituzioni, le università e la ricerca;
– Equilibrio pedoclimatico invidiabile sia da parte del sud che del nord Italia; noi aggiungeremmo anche con giaciture e conformazione del territorio paesaggisticamente attraente;
– Presenza di apparati tecnologici di avanguardia che consentono la surgelazione simultanea di grandi masse di prodotto.
Pensate un quantitativo di 330.000 kg di pisello o di spinaci raccolti ogni giorno che nel giro di 1÷3 ore vengono surgelati preservandone a –40°C tutti i contenuti di sali minerali e vitamine non termolabili, per poi tenerli a disposizione in celle a –22°C, avendolo rilevato dal campo tutto a maturazione ideale? Noi lo facciamo; – Sensibilità, volontà e professionalità degli operatori e dei tecnici in continuo aggiornamento, per consentirci di presentare un prodotto sempre più performante.
Punti di debolezza: Prodotti da coltivazione in pieno campo di ciascun ortaggio solo nella stagione vocata.
LA NOSTRA AZIENDA
Un’anima verde
Il Consorzio Cooperativo Promarche O.P. è un’organizzazione di Produttori Ortofrutticoli marchigiani che, da diversi decenni, gestisce un complesso agro-industriale attivo nella produzione dei vegetali surgelati. Le cooperative socie di Promarche, caratterizzate da una forte connotazione tecnico-professionale, sono legate da un insieme di valori positivi riconoscibili, che conferiscono alle produzioni agricole, sia a quelle con marchio proprio che a quelle di contract manufacturing, le eccellenze di gusto, di caratteristiche organolettiche e di contenuti nutrizionali.
Promarche, con sede a San Benedetto (AP), opera in un territorio che si distingue per le favorevoli condizioni pedoclimatiche e si inserisce all’interno della cultura territoriale marchigiana caratterizzata da abitudini alimentari legate ai prodotti locali e fondate sui principi di una corretta alimentazione. Negli ultimi decenni la produzione aziendale del consorzio è passata dalle colture convenzionali all’utilizzo del metodo a lotta integrata, che prevede la riduzione dell’80% dei limiti minimi di legge dei fitofarmaci per i trattamenti fitosanitari. Notevole è altresì lo sviluppo delle colture biologiche verso cui sono stati convertiti i campi.
IL NOSTRO STABILIMENTO
natura e tecnologia
Sorge su una superficie di 60.000 mq (di cui 35.000 coperti) nel comune di San Benedetto del Tronto, punto strategico di confluenza delle produzioni orticole provenienti da Marche, Abruzzo, ed altre regioni del sud Italia. Notevole è la dotazione di tecnologie avanzate a tutela della qualità dei prodotti e della sicurezza sul lavoro.